Che il centro storico di Alghero sia splendido non è certo una novità: ha un fascino davvero straordinario e ogni volta che torno a visitarlo trovo sempre qualcosa di bello che mi era sfuggito. 
Ovviamente anche in vacanza bisogna nutrirsi e, soprattutto nelle località turistiche, non è sempre semplice districarsi fra ristoranti, pizzerie, trattorie ecc.
Girando per i vicoli meno frequentati cercavo un posto che mi ispirasse. Ognuno ha le sue preferenze, nel cibo come in altri aspetti del vivere, e ci sono locali che esercitano una certa attrazione come invece non capita ad altri. Passo in una stradina a ridosso delle mura e vedo una cucina garbatamente affacciata sulla strada: la grata ha la forma di un corallo, cosa che non avevo mai visto prima. Mi fermo a guardare meglio.

Oltre la zanzariera, in una cucina in cui più di tanti non si sta, lavorano due persone sulla cinquantina con fare tranquillo e sicuro. Mi piacciono. Leggo il menù affisso a fianco alla porta e vedo pochi piatti a prezzi corretti, ragionevoli.
È ancora presto per il pranzo ma la porta è spalancata per far circolare un po' d'aria. L'interno è nuovo, pulito, ordinato e gradevole; stretto e lungo, il locale attraversa l'edificio da un lato all'altro con un secondo affaccio su una piazzetta che ospita qualche tavolo per una ventina di coperti. Insomma, tutto mi fa pensare che sia un ristorante da provare.


Torno più tardi con mia moglie. All’entrata ci accoglie un giovane gentile che solo dopo apprenderò essere il proprietario; in sala con lui la fidanzata; in cucina la mamma e il cugino: tutto in famiglia. Scegliamo la fregola con le arselle e gli spaghetti con succo di arancia, gamberi e zucchini. Arrivano i piatti con una gradevolissima sorpresa: non ci sono inutili orpelli, intendo composizioni di molluschi e crostacei fatte solo per sorprendere.

Tuttavia sono ottimi: la fregola è gustosa ma leggera e di sapore netto, sincero. Avevo qualche riserva sugli spaghetti con l'arancia ma mi sbagliavo poiché sono ottimi e anch'essi preparati con grande cura e tanto rispetto per il cliente, tradotto nella pulizia dei gamberi che conservano solo la testa e la coda, quindi facilissimi da pulire.
Due semifreddi al torroncino con una salsa alle ciliegie davvero ottimi concludono il nostro pranzo leggero.

Roberto, il giovane proprietario, mi racconta di aver lavorato a Londra per alcuni anni, in un noto ristorante del centro: scopro allora che conosce il mestiere e da poche settimane ha aperto il suo primo locale. Lo ha chiamato La cullera, il cucchiaio, perché durante i lavori di restauro del locale è stato rinvenuto un antico cucchiaio di legno, oggi incorniciato e ben esposto in sala. 
Un ritrovamento di buon auspicio per chi ha deciso di aprire un ristorante. Nessuna sorpresa nel conto, come da menù. 
In sintesi, per me questo è un locale altamente raccomandabile e continuo a pensare che semplicità, freschezza e sincerità dei cibi siano quanto di meglio si possa offrire, se si è capaci di tanto.

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